Dal 10 tondo e pieno allo ‘zero’ (e forse meno). Ecco le mie pagelle (dato che lo hanno fatto altri perché non lo dovrei fare io?) DI TURI MONCADA
(clicca sulle foto per ingrandirle)
Roberto Bruno voto 10. E’ la media aritmetica tra il ’20’ che va alla voce: ‘buoni propositi strombazzati in campagna elettorale’ e lo zero di ‘quanto fatto subito dopo’. In tutto il marasma elettorale è stato bravo ed abile a passare come il nuovo ed il cambiamento. In effetti il cambiamento c’è stato: le tasse sono aumentate (in perfetta sintonia con quanto fatto dal governo nazionale e nella tradizione del comunismo italico che ha sempre tassato le proprietà private viste come il male assoluto). Tanto fumo insomma e poco arrosto, il ché di certo non è un bene visti i tempi di ‘fame’ che stiamo attraversando. Per il resto oltre 700 mila euro in sei mesi per la gestione della rete idrica e fognaria (cosa cambia da Sai 8?), la sostituzione del ‘bonaiutiano’ incarico di ‘esperto marketing e soddisfazione del cittadino’ con ‘addetto stampa e responsabile dei rapporti con organi istituzionali’ a 1700 euro al mese, aumento delle tasse , un mutuo da oltre 7 milioni di euro, poco idee e tutte confuse. Ha pure tolto le tendine dal suo ufficio al comune: serve per la trasparenza. Non ha capito però che per la trasparenza, non serve pulire i vetri con il vetril o togliere le tende: bisogna fare le gare d’appalto e non gli affidamenti diretti. Voto 10.
Pippo Gennuso voto 9. E’ partito da Rosolini, città dal forte odore di carrubbe, con un preciso intento: entrare, costi quel che costi, a palazzo dei Normanni e c’è riuscito. Ha tenuto sotto scacco l’intera Sicilia per almeno due anni tra ricorsi e contro ricorsi districandosi tra il catanese Tar e il palermitano Cga. A lui è dovuta una sentenza storica quanto meno nella nostra regione. Piano giovani, rilancio turistico, piano di ammortamento e imprenditoria giovanile: ma quale! A lui sono stati legati i destini di un governo regionale che ha dovuto prendere delle decisioni in funzione delle mosse di Pippo Gennuso. Solo per questo andrebbe ricordato ai posteri. Qualcuno critica il suo modo di fare politica e probabilmente criticherà anche il mio voto ma quanto detto non è fantasia ma un dato di fatto. Insomma Gennuso lo ha fatto capire a tutti alla sua maniera: qua ci sono io e solo io… e nun ci su cazz… ca tienunu! Voto 9.
Il tornado del mese scorso voto 8. In una cittadina, come Pachino, votata (ormai) alla cultura (grazie ad una amministrazione che appare sempre più come una incrocio tra la Dc di Mino Martinazzoli e Benigno Zaccagnini ed il Pcus di Breznev e Chruscev), il tornado del mese scorso è stato l’evento da ‘movida’ terra terra (quella che per intenderci portava i soldi a Marzamemi) più importante degli ultimi sei mesi da quando cioè si è insediato Roberto Bruno. Orde di turisti erano pronti con macchinette fotografiche e smartphone, purtroppo però Lui (cioè il tornado) non è arrivato… ha chiamato l’ufficio ragioneria chiedendo quanto meno il rimborso spese più vitto ed alloggio… ma i soldi erano già stati tutti impegnati per coprire i costi dell’ultimo spettacolino teatrale-culturale del valore (tutto compreso) di 7 euro e 50 centesimi. Voto 8.
Il cassone di camion nel cortiletto arabo voto 7. Se la ride e se la ride di gusto quel cassone di camion pieno di ‘sterro’ rimasto a terra per oltre 10 giorni all’interno del cortiletto arabo. Lui di cultura ne sa poco o nulla. Ma dopo quella permanenza nel cortiletto arabo grazie ai mancati controlli dell’ufficio tecnico (voto 3), si sente oggi più erudito. In tanti lo hanno visto e ci sono pure passati accanto. Lui era purtroppo vestito da lavoro ma si è riproposto di tornare dopo le feste con il vestito buono, accompagnato dalla moglie, una lapa 600, e dalla figlia, una impastatrice di ultima generazione.
L’assessore alla cultura voto 6. Anche qui una media aritmetica tra l’8 alla voce: ‘impegno profuso’ e 4 per ‘metodologie di indottrinamento culturale veloce ed indolore’. E’ venuta da Catania forse pensando che i pachinesi andavano acculturati, senza se e senza ma, con spettacoli teatrali e altre manifestazioni dello stesso tenore. A quanto pare però ha saltato la lezione alle scuole superiori su Plutarco quando diceva: i pachinesi “non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”. Insomma non vasi da riempire ma fuochi da alimentare. Lei però, a quanto visto fino adesso, ha optato per la prima ipotesi riempiendo i pachinesi di cultura un pò come si riempiono i tacchini per il Tanksgiving Day, giorno del ringraziamento americano e canadese, con riso, carote, macinato e spezie. Tuttavia questa cultura non è stata compresa fino in fondo. Una giustificazione la trovo pure: ai pachinese non piace il tacchino… sono amanti della carne di cavallo.
Pippo Gianni voto 5. Per ogni Pippo che entra a palazzo dei Normanni c’è un Pippo uguale e contrario che esce fuori. Non c’è nulla da fare è la dura legge della termodinamica politica, meglio conosciuta come la legge dei ‘Pippi’ ( non delle ‘pippe’ fatte attenzione!). Nella tornata elettorale così detta delle ‘mini regionali’ Gianni (Pippo) è rimasto fuori lasciando spazio a Gennuso (Pippo). Da lui, navigato politico e profondo conoscitore del territorio, non ce lo aspettavamo, siamo rimasti delusi. Una risultato forse inaspettato tuttavia Gianni a Pachino si è affidato, per il tentativo di rielezione o quanto meno di riconferma, a politici così tanto navigati da ottenere in consiglio comunale oltre 500 voti su un solo candidato … ma suddivisi equamente però nelle ultime 18 tornate elettorali.
La barca (o quel che ne resta) di piazza Regina Margherita voto 4. Tutti abbiamo intuito che si tratterebbe (forse, boh, chi lo sa, magari, mi hanno detto che) di una sorta di monumento al ricordo di quei migranti che nella speranza di una nuova vita si sono imbarcati sulle coste africane ma, purtroppo, non sono mai giunti sulle quelle italiche. Il chè, di per se, meriterebbe un 10 e lode con stima. Ma nessuno però si è degnato di spiegarlo quanto meno con una inaugurazione ufficiale. Quello che è certo è che, alcuni autoctoni, si sono visti arrivare un pomeriggio come un altro, una gru che ha posizionato ciò che rimane di quella barca al centro della piazza. Gli ornamenti sono precisi: un cavo elettrico ben in vista (di quello che si utilizza per la tre fase di colore grigio città di Milano quand’è nuvolosa) che dal palazzo del principe arriva sino al centro della piazza e va giù per dare corrente ad orrendi faretti della tipologia: compriamo questi che costano di meno. Il tutto infarcito da precarie condizioni di sicurezza che l’ufficio tecnico (voto 3) si guarda bene dal controllare. L’idea vale 10 la realizzazione -2. Andava fatto meglio.. anzi andava fatto e basta quello è solo un monumento al marciume.
La cultura a Marzamemi voto 3. Marzamemi degli ultimi sei mesi, grazie sempre all’amministrazione comunale figura mitologica nata dall’incrocio tra la Dc e il Pcus, è così piena di cultura ma così piena … che non è rimasto posto per la gente, tant’è che da luglio ad ora i visitatori sono diminuiti di oltre il 50 per cento arrivando a punte del 99,99 per cento nelle serate di sabato invernale di questo ultimo scorcio di anno. E questo l’hanno capito tutti .. tranne chi questa cultura la vuole a tutti i costi per motivi che ad oggi ci sfuggono. Un termine così tanto inflazionato che ormai dicendo ‘cultura’ sembra si parli in città di un contenitore vuoto che serva da giustificazione a scelte così impopolari che a confronto l’introduzione della Tasi è sembrato un giorno di vacanza ai Caraibi. Quest’estate però c’era così tanta cultura a Marzamemi da attirare personaggi del calibro di Michelangelo Buonarroti, Dante Alighieri, le gemnelle Kessler, Klaus Davi, il settimo dei 40 ladroni e Bencivieni di Pepo meglio noto negli uffici di polizia come Cimabue. Proprio lui avrebbe postato nei giorni scorsi sul suo profilo Fb uno stato: “Ma chi cazz. ce l’ha messa quella barca al centro della piazzetta?”. Voto 3
Pino Mirarchi voto 2 (di stima), Il sindaco di Portopalo ha fatto un po peggio di Renato Pozzetto e Carlo Verdone. I due attori promettevano ai loro clienti di far perdere sette chili in sette giorni, Mirarchi ha invece perso ‘solo’ sei consiglieri comunali di maggioranza in sei mesi. Troppo poco insomma. Ci vuole maggiore impegno altrimenti per l’ex capitano della Guardia di Finanza, la sfiducia rimarrà una chimera lontana.
Le casette di piazza Vittorio Emanuele voto 1. Una volta c’era una casetta piccola in Canada oggi ce ne sono sei o sette a Pachino in piazza Vittorio Emanuele, dunque perché emigrare? L’america sta qua insomma. Ancora non si è capito a cosa servono… sicuramente per la cultura. In Canada vengono utilizzate dagli animalisti per dare rifugio a marmotte o montoni… sarebbe un’idea. Solo che a Pachino al massimo si può trovare in giro qualche cane randagio che rovista tra la munnizza. Voto 1.
Quello che ride sempre al consiglio comunale voto 0. Ridi, ridi, ridi, ridi, ridi, ahahahaha, ridi, ridi, ridi, ridi…. ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi!
Turi Moncada
Direttore Gazzetta del Mediterraneo
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