Noto – Un cartello di dieci associazioni ambientaliste si schiera contro le trivellazioni in mare e scrive una lettera agli amministratori dei comuni del Val di Noto, alle soprintendenze, a gruppi, associazioni e lavoratori nel settore del turismo. Natura sicula, No triv, Associazione albergatori di Noto, Ambiente e macchia mediterranea agenda 21, Sciami, Notoambiente, Archeoclub, Ente fauna siciliana, Case sparse dell’agro netino e Acquanuvena, denunciano il pericolo delle trivellazioni in Sicilia: <<Mentre il Renzi europeo rispettoso dell’ambiente sottoscrive impegni – scrivono le associazioni – il Renzi attila dell’ambiente, esautorando la Regione Sicilia e non consultando le popolazioni, come prescrive la convenzione di Aarhus, sblocca le trivelle nel canale di Sicilia autorizzando le ricerche di petrolio e di gas in un’area di 2.190 Kmq e a 12 miglia nautiche dalla costa. La società Schlumberger, autorizzata a verificare la presenza di idrocarburi liquidi e gassosi nel canale di Sicilia, ha inviato alle autorità regionale ed ai sindaci dei comuni interessati ai sensi dell’art.23 del D. Lgs. n. 152/2006, una propria valutazione di impatto ambientale. Il documento presentato dalla società non tiene conto dei danni che le esplosioni effettuate per sondare la presenza di greggio provocano all’ecosistema marino>>.
Le associazioni invitano le amministrazione e le cittadinanze a mobilitarsi: <<Energia dal petrolio e distruzione dell’ecosistema marino non sono compatibili con il modello di sviluppo ecocompatibile che si sono dati i comuni siciliani del val di Noto, patrimonio UNESCO, alcuni dei quali ( Avola, Noto, Rosolini, Pachino e Portopalo) hanno anche sottoscritto il patto dei Sindaci inpegnandosi in questo modo alla riduzione di CO2 in atmosfera e all’aumento delle fonti energetiche rinnovabili.
Le associazioni firmatarie invitano tutti i sindaci dei comuni siciliani, le soprintendenze, le confederazioni della pesca, i lavoratori del turismo, le organizzazioni culturali, sindacali ed ambientaliste a mobilitarsi nei modi più efficaci ed opportune affinché non passi un modello di sviluppo energetico che non ci appartiene perché contrario allo sviluppo ecosostenibile ed in definitiva alla vita>>.
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