26 luglio
12:05 2014
Pozzallo – Sono stati celebrati i funerali di 45 immigrati morti soffocati il primo luglio scorso nella stiva di un barcone per le esalazioni del motore, e dei tre morti annegati lo scorso 7 giugno. Alle esequie hanno partecipato il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, l’imam di Scicli, Ziri. Una folla di persone con gli occhi lucidi, stanche di questa continua carneficina del Mediterraneo.
“E” un giorno di tristezza per tutta la città, la provincia di Ragusa e per l’Italia – ha detto il sindaco – oggi salutiamo questi uomini con il dolore nel cuore, sperando che queste tragiche morti finiscano qui. Io voglio essere il sindaco della città della vita, non della morte”. I funerali dei 48 profughi hanno avuto inizio alle 15.30 con la preghiera della comunità islamica di Ispica, alla quale si sono uniti gli ospiti del Centro di prima accoglienza di Pozzallo, molti dei quali avevano viaggiato con le vittime, loro parenti e amici.
Non su ogni bara è stato possibile indicare un nome, perchè alcuni dei morti non sono stati identificati, ma su tutte è stata posta una rosa rossa. “Tanti fratelli non sono morti in questa traversata, ma rischiano di morire giorno dopo giorno senza aiuto”, ha affermato il vescovo Staglianò, che ha esortato: “Impegniamoci contro la morte perchè la si può fermare, la si può evitare ma, tutto ciò, solo con un grosso e immenso atto di umanità”.
Il sottosegretario Manzione, con la delega all’immigrazione, ha sottolineato che “oggi è un giorno di grande dolore” e che intanto si continua a lavorare per far fronte al problema dell’accoglienza: “Nei giorni scorsi -ha ricordato- abbiamo riunito i prefetti di tutti i capoluoghi di regione, che attiveranno tavoli regionali per cercare nuove strutture di accoglienza”.
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