Le domande del presidente del consiglio comunale Maucieri, le risposte del consigliere d’opposizione Pisana, i riferimenti dell’ex sindaco Cammisuli
“E se ogni amministratore rinunciasse alla sua indennità? Quanti soldi in più ci sarebbero in bilancio?”. Parole del presidente del consiglio comunale Rachele Maucieri (che da oltre due anni percepisce l’indennità di carica) pochi giorni dopo l’approvazione del bilancio preventivo. Spulciando tra le carte, si rileva un calo dell’importo in bilancio riguardante il pagamento delle indennità per sindaco, assessori e presidente dell’assemblea consiliare. Si è scesi dai 97 mila euro dell’anno scorso ai 92 mila euro di quest’anno (con l’Irap ed altre tasse l’importo lievita oltre i 100 mila euro). A far leggermente calare questa voce vi sarebbe la rinuncia – da parte del presidente del consiglio comunale – delle mensilità da agosto a dicembre 2016 (verificheremo che sia effettivamente così per renderne conto ai nostri lettori) oltre alla minore previsione di spesa per il vicesindaco Rossella Micieli che di recente è diventata titolare di un incarico lavorativo pubblico.
“E se ogni amministratore rinunciasse alla sua indennità? Quanti soldi in più ci sarebbero in bilancio?”: spesso a domande spontanee seguono risposte altrettanto spontanee come quella del consigliere comunale Edmondo Pisana. “Il presidente Maucieri potrebbe chiedere agli amministratori in carica dal 1999 alla metà del 2014, – ha affermato Pisana – che scegliendo di rinunciare all’indennità di carica hanno fatto risparmiare circa un milione di euro alle casse municipali, anticipando di alcuni anni le scelte dei grillini. Non mi risultano interventi, in questi due anni e mezzo di consiliatura, da parte del presidente Maucieri in segno di plauso verso coloro che, per tanti anni e non per pochi mesi, hanno amministrato senza indennità il comune di Portopalo. Oltretutto, il presidente Maucieri ha percepito la sua legittima indennità per più di un biennio. Che abbia rinunciato a qualche mese va a suo merito ma se applaudiamo lei, a chi vi ha rinunciato per quasi quindici anni dovremo innalzare un monumento a futura memoria”.
Tornano alla mente recenti dichiarazioni dell’ex sindaco Fernando Cammisuli, primo cittadino di Portopalo dal 1999 al 2009, che ha sempre detto no all’indennità di carica. Nel definire il suo lungo periodo in carica, Cammisuli ha affermato: “E’ stato un ciclo amministrativo all’insegna dell’impegno nella totale gratuità. Si andava a Palermo per questioni istituzionali, mangiando un panino in autogrill e senza percepire la missione. Abbiamo anticipato di 13 anni le scelte dei Cinque Stelle. Nessuno, nella mia amministrazione, ha percepito indennità di carica, una situazione resistita a Portopalo fino al dicembre 2013. Poi, è cambiato tutto a partire da giugno 2014. Abbiamo fatto risparmiare alle casse comunali circa un milione di euro. Oggi, invece, le indennità di carica pesano nel bilancio municipale per circa 100 mila euro annui. La politica come servizio verso la comunità, io e i miei alleati l’abbiamo messa in atto non sbandierata a parole. Chi faceva parte della mia squadra aveva un’occupazione ed una posizione definita a livello professionale e sociale. Ritengo queste due caratteristiche fondamentali in un progetto di buon governo del territorio. Altrimenti si rischia di trasformare l’attività politica in un’occasione per tirare a campare grazie alle indennità”.
Risparmi: oggi qualche migliaio di euro, ieri un milione di euro
In definitiva, se chi oggi sta facendo risparmiare un paio di migliaia di euro merita un plauso (ricordando però che è stata per oltre due anni beneficiaria della stessa indennità), chi ieri ha lasciato nel bilancio comunale oltre un milione di euro (le amministrazioni in carica dal 1999 alla prima metà del 2014), dicendo no alle indennità, merita un monumento, riprendendo le parole del consigliere Pisana.
Documentarsi su quel periodo (gli anni a partire dal 1999), soprattutto da parte di chi, allora, era ancora assai distante dalla maggiore età, non sarebbe una cattiva idea. Del resto, la Storia è sempre maestra di vita.
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