Gazzetta del Mediterraneo

Portopalo. Lanci di pietre e tensione, la rivolta dei migranti all’ombra del castello Tafuri

Portopalo. Lanci di pietre e tensione, la rivolta dei migranti all’ombra del castello Tafuri
10 giugno
21:23 2014

 

Pomeriggio di paura e tensione nella piccola cittadina marinara. Un gruppo composto da  una quarantina di migranti, ospitati in una struttura di accoglienza per minori, ha inscenato una forte protesta, dapprima bloccando l’accesso alla città, poi culminata in una sassaiola con alcuni residenti. Sarebbe stata colpita anche una vettura che avrebbe cercato di forzare il blocco.

Tensione e paura oltre che sbigottimento per quanto accaduto oggi pomeriggio (10 giugno) a Portopalo. Un gruppo di migranti, tutti minori, ospiti di una comunità alloggio, ha inscenato una veemente protesta bloccando l’accesso alla cittadina marinara dalla parte di via Tonnara nei pressi del  castello Tafuri.

I migranti, tutti minorenni, hanno manifestato contro quello che definiscono un palese stato di disagio. Poco prima delle 15 sono scesi in strada bloccando l‘accesso di via Tonnara con dei massi posizionati lungo la via, impedendo alle auto di raggiungere il centro storico. Cartelli in mano hanno detto di sentirsi abbandonati al loro destino.

Ma alcuni residenti non l’hanno presa bene e temendo per l’incolumità di alcuni bimbi che pare che a quell’ora fossero per strada a giocare a palla hanno affrontato i riottosi. La tensione è arrivata alle stelle con i migranti che hanno divelto un muro a secco, prima per posizionare i massi lungo la via poi per recuperare “sampietrini” da lanciare contro alcuni residenti. Attimi di tensione anche quanto un’auto avrebbe tentato di forzare il blocco: secondo alcuni presenti la vettura sarebbe stata colpita da alcune pietre riportando un buco ed alcune ammaccature nella parte posteriore della carrozzeria.

Ad un certo punto sono spuntate anche dei bastoni e delle spranghe in mano ad entrambi i gruppi contrapposti, da un lato i migranti dall’altro i residenti , fortuna vuole che contemporaneamente sul luogo dei disordini sia arrivata l’auto civetta dei poliziotti del commissariato di Pachino. Il dirigente, commissario capo Paolo Arena, si è frapposto tra i due schieramenti riportando la calma. Un’opera di convincimento da parte dei poliziotti che è stata determinate e che ha evitato il peggio.

Chi ha assistito alle scene dice di essere rimasto sconvolto. “E’ stato terribile  sembravano scene da telegiornale. Abbiamo avuto paura”. Pare che la causa scatenate di tanta rabbia sia la condizione di precarietà nella quale tutt’ora si trovano gli extracomunitari. Vorrebbero andare via ma sono bloccati, a loro dire, a causa delle lungaggini burocratiche.  Molti di loro, se non tutti, sarebbero richiedenti asilo, una condizione che rimane tale da molti mesi. E tutt’ora non si intravedono spiragli di miglioramento della loro condizione.

Nonostante la situazione sia tornata alla normalità grazie all’intervento dei poliziotti del commissariato pachinese, in città c’è comunque paura.  “Non siamo razzisti ma devono andare via” dicono per le strade. “Temiamo per la nostra incolumità e per quella dei bambini – affermano i residenti – la situazione potrebbe nuovamente degenerare, in queste condizioni  non possiamo dormire tranquilli”.   Intanto la polizia ha acquisito alcuni filmati che saranno visionati nei prossimi giorni, si tenta di ricostruire l’accaduto.

 

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