L’esponente politico interviene ad ampio raggio su temi riguardanti Portopalo.
“Area portuale che langue nella quasi totale illegalità e un Comune che affoga nei debiti ereditati dal recente passato. I cittadini di Portopalo hanno il diritto di pretendere risposte dalle istituzioni preposte a garantire il rispetto della legge”. E’ una vera e propria invettiva quella lanciata da Emilio Gregori, storico esponente della destra portopalese, in un’intervista pubblicata dal quotidiano La Sicilia due giorni fa.
“Si ha la sensazione di uno Stato assente. – afferma Gregori – Al porto bisognerebbe chiedersi: cosa c’è di lecito nell’area portuale? Il porto è una zona franca dove gli illeciti sono a iosa. Lo specchio acqueo portuale è deturpato da scarichi. Non è così? Bene, allora visto che in quell’area non arriva il sistema fognario, chi vi opera dovrebbe spiegare come gestisce i reflui. Abbiamo il diritto di sapere se l’ambiente, bene diffuso, viene tutelato o se tutto è lasciato all’abbandono”. Gregori fa riferimento anche alla situazione debitoria che vede il Comune sull’orlo del default finanziario.
“Nel dicembre 2019 il Consiglio comunale ha deliberato un disavanzo di 2,6 milioni di euro. Come mai la Corte dei Conti non è ancora intervenuta? Vogliamo sapere se ci sono responsabilità circa questo disavanzo e in capo a chi siano le eventuali responsabilità. Il disastro finanziario del Comune si è formato in pochi anni: quasi 3 milioni di euro stando alla delibera consiliare del dicembre dell’anno scorso. Come mai la Corte dei Conti non è ancora intervenuta? La Procura di Siracusa si è mossa per accertare eventuali profili di natura penale scaturenti da ciò che è stato ricostruito nell’iter di deliberazione consiliare dello scorso dicembre?”.
Interrogativi pesanti come macigni. Emilio Gregori si dice pessimista per il futuro. “In assenza di un piano regolatore generale, siamo alle prese con una speculazione attenta ai danni del territorio. C’è chi realizza affari d’oro, comprando terreni al costo di una gomma da masticare per poi rivenderli al prezzo di un diamante. Un disastro violento del territorio, una spremuta che finirà per saturare le zona C di un futuro Prg. Una situazione che sta passando inosservata”, ha concluso Gregori.
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