Gazzetta del Mediterraneo

Pigiatura, evento culturale di spicco a Pachino

Pigiatura, evento culturale di spicco a Pachino
02 settembre
11:38 2017

Intervista con Ombretta Parma, ideatrice e promotrice della “Festa della Pigiatura” di Pachino che l’anno prossimo taglierà il traguardo della quinta edizione.

Di Sergio Taccone

Il lancio della manifestazione risale al 2014, quasi in sordina. L’idea, subito vincente, è stata quella di creare un appuntamento a cadenza annuale da svolgersi in un luogo suggestivo, capace di coniugare storia, identità e, quindi, tradizione, con tematiche culturali di alto livello ma accessibili ad un vasto pubblico. E quale tema più del vino avrebbe potuto contenere queste caratteristiche? Ombretta Parma è l’ideatrice e promotrice della “Festa della Pigiatura”, appuntamento molto atteso, che si svolge a Pachino, programmato da quattro anni subito dopo la metà di agosto e con un pubblico sempre più fidelizzato.

Ligure di origine, la dottoressa Parma vanta una formazione molto solida in ambito umanistico (laurea in lettere all’ateneo di Genova), unita ad un altrettanto consistente background di esperienze professionali nell’ambito della comunicazione, gestione d’impresa e public relations.

Lei ha trascorso la sua lunga carriera professionale a Milano, operando per grandi aziende che le hanno consentito di viaggiare all’estero. Tutto all’insegna di un livello sempre molto alto.

“Si, ho maturato esperienze all’Ufficio Comunicazione e Marketing della Seat di Milano, per la Confindustria milanese mi sono occupata di promozione del Made in Italy negli Stati Uniti d’America. Ho organizzato la prima collettiva di calzature di qualità a New York, non tralasciando l’esperienza con la SER – Servizi Editoriali Riuniti – che mi ha permesso di viaggiare in estremo oriente e nell’est europeo”.

Non sono mancate anche collaborazioni con il settore universitario meneghino.

“Certo, con l’Università Statale di Milano, ad esempio, facoltà di sociologia, e dopo con l’Università Bicocca. Altre esperienze che ricordo, pur a distanza di tanti anni, molto volentieri”.

Come è arrivata la scelta di vivere stabilmente a Pachino?

“Il primo approccio con il territorio dell’estremo sudest siciliano risale al 2003, individuato come meta per un periodo di relax estivo. L’anno dopo con mio marito prendemmo la decisione di acquistare casa a Pachino. Quindi, il trasferimento in pianta stabile, tra il 2012 e l’anno seguente. Ormai siamo pachinesi d’adozione”.

Qual è il segreto della riuscita di un evento come la Pigiatura in un territorio dove promuovere cultura, a parte rarissime eccezioni, è come trovare una fontana d’acqua in un deserto?

“Si è scelto un approccio identitario, guardando al territorio da un punto di vista storico, antropologico e sociologico, avendo al centro, ovviamente, il vino e tutto quello che ruota attorno ad esso. Da qui anche la scelta della location: il Museo del Vino di Nele Nobile che è un luogo straordinario, vero”.

Un luogo vivo, come lei ama spesso ripetere?

“Infatti, è un luogo vivo, non è una fiction o qualcosa di artefatto. Nel Museo di Nele si respira la cultura enologica che risale al passato e che rappresenta patrimonio anche immateriale del comprensorio. Non un passato mummificato o nostalgico. Il ricordo degli anni che furono diventa energia vitale per affrontare nuove sfide future a beneficio di un territorio che spesso dilapida risorse, non solo economiche ma soprattutto umane. La formula dell’evento è consolidata: il punto centrale è certamente la pigiatura dell’uva a piedi nudi da parte di alcune donne. L’uva viene scaricata dal carretto condotto da Nele Nobile, con un corredo scenografico molto attraente. Dopo parte una vera e propria danza. Il tutto condito da musica popolare suonata dal vivo. Attorno abbiamo creato altri appuntamenti, a partire dall’incontro che si svolge nella sala convegni del museo. Quest’anno abbiamo parlato di erbe aromatiche e dei profumi in cucina, con relatori molto qualificati, a partire da Paolino Uccello. C’è stato anche uno spazio per i libri di due autori locali, Sebastiano Lupo e Corrado Di Pietro e per un gruppo di musica popolare guidato da Alfonso La Pira che ha deliziato il numeroso pubblico presente, tra cui parecchi stranieri, che hanno apprezzato inoltre la degustazione prevista nel corso della serata”.

Qual è la situazione che si registra nel territorio pachinese in ambito culturale?

“Purtroppo in giro, ma non soltanto a Pachino sia chiaro, si vedono tanti apprendisti stregoni. Dei tuttologi che mostrano poi il loro vero volto di arrampicatori sociali piuttosto maldestri, con un bagaglio di esperienze limitato e dalla visuale che non ha mai superato l’angusto confine localistico. Ma non voglio dare la sensazione di essere snob: è un difetto da cui, fortunatamente, sono immune”.

A collaborare attivamente con Ombretta Parma c’è suo marito, l’ingegnere Giovanni D’Imporzano, anch’egli con un passato professionale basato su una molteplicità di esperienze all’estero per società d’alto prestigio. Entrambi hanno fondato l’Associazione Culturale Terra Mitica, realtà che si muove nel territorio (fa anche parte del Gac dei due mari) portando avanti iniziative in cui competenza e qualità, coniugando storia e tradizioni, rappresentano i tratti distintivi.

“Siamo soddisfatti – conclude Ombretta Parma – per la riuscita di questa edizione della Festa della Pigiatura, ringraziando anche l’amica Giada Farè, altra intelligenza che ha alzato il livello di questo comprensorio, per il prezioso supporto garantito. L’anno prossimo, in occasione della quinta edizione, stiamo studiando delle ulteriori innovazioni per rendere questo evento sempre più interessante e di alto livello”.

Sertac

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