Il verbale n7 dei Revisori diventa un caso neanche fosse il dossier Mitrokhin. Esiste il segreto d’ufficio per un documento o atti di un Comune?
PACHINO. DI TURI MONCADA. Lo strano caso del verbale n7 del collegio dei revisori dei conti. Non ci riferiamo a quanto riportato all’interno. Quello sarà oggetto di altrui valutazione. Il nostro approfondimento riguarda altro. Un verbale dei revisori dei conti su “gravi irregolarità di gestione” rinvenute nel corso di ordinarie operazioni di verfica di cassa, può essere considerato segreto d’ufficio? Può essere in altri termini quasi secretato e trasmesso ai consiglieri comunali in forma strettamente riservata? Insomma i cittadini ne possono venire in possesso, possono visionarlo, o no?
Nell’era della tanto sbandierata trasparenza, nel periodo in cui anche gli archivi dei più importanti servizi segreti del mondo vengono resi pubblici, a Pachino nasce il caso del verbale n7, quasi fosse un segreto di Stato con tanto di trattazione in aula a porte chiuse. Sembra di rivivere la questione ‘Area 51’ in salsa squisitamente pachinese. Ma se la salsa ottenuta dal pomodoro di Pachino non v’è dubbio che sia eccezzionale per gusto, sapore e sapidità, quell’altra, quella condita con la riservatezza del verbale n7, sembra avere un retrogusto che oscilla tra l’oscurantismo medievale e l’anacronistico. Se poi i giornalisti vengono additati per averne riportato le risultanze sulla stampa, quasi fosse una colpa, allora si capisce che iniziamo a scadere nel ridicolo.
Che poi per una questione di delicatezza il verbale sia stato trasmesso in busta sigillata e una parte della seduta consiliare sia stata tratata a porte chiuse, potrebbe anche trovarci d’accordo. Ma da qui a sostenere che esistano segreti d’ufficio o maldestre procedure di secretazione su documenti ed informazioni di un Comune che riguardano la gestione dei soldi o le vicende relative alla riscossione dei tributi pagati da cittadini, ne corre. Neanche fosse il Dossier Impedian, più noto al grande pubblico come Archivio Mitrokhin. Ancora più ridicolo è il fatto che parliamo del segreto di Pulcinella viste anche le interviste rilasciate negli ultimi giorni. Non solo. Se è vero come è vero che i consiglieri comunali sono i rappresentanti dei cittadini e a loro devono rendere conto, nel caso in cui di quel verbale un cittadino ne chieda effettivamente conto, i consiglieri comunali cosa dovrebbero fare? Rispondere dicendo: c’è il segreto d’ufficio? Un elettore, cittadino, contribuente non ha il diritto di avere spiegazioni?
A sostegno delle tesi sulla segretezza portate tutte le norme che volete, noi rimarremmo sempre dell’idea che un documento sulla gestione dei soldi pagati dai contribuenti è sempre pubblico. C’è anche il decreto legislativo 33 del 2013 il così detto Decreto Trasparenza che un po’ di ragione ce la da. E’ la normativa che disciplina l’accesso civico, la possibilità per i semplici cittadini di venire in possesso di documenti delle pubbliche amministrazioni. L’art 5 disciplina le modalità d’accesso mentre il seguente art. 5 bis disciplina i casi di diniego. E’ fatto diniego all’accesso per quei documenti che riguardano la sicurezza pubblica, questioni militari, relazioni internazionali, stabilità economica e finanziaria dello Stato, indagini della magistratura. Non ci risulta a tutt’oggi che il verbale n7 riporti il progetto dell’ultimo carro armato super potenziato dell’esercito italiano o la disposizione delle testate atomiche. C’è anche un altro caso di diniego. Quello che intende proteggere i dati personali: ma si può parlare di dati personali, sensibili, quando riguardano un dirigente della pubblica amministrazione nell’atto di gestire denaro dei contribuenti o fondi pubblici?
In conclusione, c’è già chi ha chiesto copia del verbale proprio in forza della su citata norma di accesso civico. Vedremo se il verbale n7 del collegio dei revisori contabili debba essere veramente internato nell’Area 51 o se invece sia di dominio pubblico. In caso di diniego o mancata risposta la legge prevede, entro 30 giorni, il ricorso al Tar. Vedremo pure se ci sarà una istituzione che si prenderà la responsabilità di negare ai cittadini la visione di un verbale che riguarda soldi pagati dai cittadini stessi. Noio volevam savuar…! Direbbe il principe Antonio De Curtis in arte Totò.
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