Andrea Ferrara ufficializza definitivamente il suo divorzio dal Megafono “anche se dentro di me lo avevo abbandonato già l’anno scorso” ha detto l’ex candidato a sindaco che l’anno scorso contese la poltrona più alta di palazzo di città all’attuale sindaco. “Il Megafono è ormai ridotto ad un teatrino, uno spettacolo tragicomico, con attori che si esibiscono senza pubblico”.
Appena 12 mesi fa Andrea Ferrara di quel Megafono era una punta di diamante . Ma oggi, l’ex candidato a sindaco, arrivato al ballottaggio e arresosi solo alla prorompenza elettorale dell’attuale primo cittadino Roberto Bruno, abbandonata la pacatezza che lo contraddistingue, è un fiume in piena e punta il dito sul governatore Rosario Crocetta ed il suo movimento. Qualche giorno fa il coordinatore provinciale del Megafono aveva annunciato il commissariamento del circolo pachinese. E proprio da qui Ferrara prende spunto. “Non capisco questa decisione del coordinatore provinciale – ha detto l’ex candidato sindaco – anche perché, pur sforzandomi, non vedo nulla che possa essere ancora coordinato visto che del Megafono sono rimasti solo gli ultimi fogli di carta intestata lasciati a marcire nei cassetti. Non ci sono più simpatizzanti, tesserati o consiglieri comunali – aggiunge– ero io a riempire le sale.”
L’ex candidato a sindaco poi parla del suo rapporto con il presidente della Regione e leader del Megafono. “Ho creduto in Crocetta e nel suo progetto ma, col senno di poi, mi accorgo di aver sbagliato valutazione. Posso affermare senza vanagloria che Il Megafono ha avuto un momento di notorietà solo grazie al mio impegno – ha detto – Sono stato io a portare il movimento al ballottaggio e non il contrario. Ma proprio al ballottaggio mi sono sentito svenduto sulla base di accordi siglati nelle segrete stanze palermitane”. C’è una punta di rammarico nelle parole di Andrea Ferrara. E si nota visibilmente quando ricorda i concitati momenti e le fasi cruciali delle elezioni comunali datate giugno 2014. “L’anno scorso Crocetta non si accorse di avere un candidato sindaco al ballottaggio – spiega Ferrara – non si degnò neppure di venire in città come ha fatto a Gela. Ma visti i risultati di Gela forse è stato meglio così. Quantomeno – ha concluso – non sono stato fischiato ma ho perso con dignità, tra l’affetto della gente”.
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