Se ne va improvvisamente un uomo che ha tolto dalla strada decine di giovani grazie al calcio.
di SERGIO TACCONE. Quando se ne va una persona buona, che ha fatto dell’impegno e della cura incessante verso i giovani uno dei suoi ideali, tutta la comunità ne esce impoverita e profondamente addolorata. Ecco perché quella odierna è una giornata di grande tristezza a Pachino e Portopalo per la morte improvvisa di Corrado Spinello, 62 anni, docente di Educazione Fisica nel plesso portopalese dell’Istituto Comprensivo “Silvio Pellico”. Una persona che ha lasciato tracce indelebili grazie al suo impegno senza sosta verso la gioventù di questo lembo estremo di Sicilia. Anni, decenni, ad insegnare calcio senza sosta ma soprattutto a togliere tanti adolescenti dalla strada e dal rischio di finire in dinamiche di devianza sociale. E i giovani degli anni 70 e 80 sono gli stessi che oggi, dopo aver appreso della sua improvvisa e tragica dipartita, hanno ricordato con grandissimo affetto mister Spinello.
Tra questi Enzo Ferrara. “Ho perso più di un amico, – dice Ferrara – la mia prima pizza da solo l’ho mangiata con mister Spinello verso cui i miei genitori nutrivano una fiducia totale ed assolutamente ben riposta. Corrado era molto più di un allenatore. Un vero educatore che ti dava la carica per stare lontano da certi rischi. La mia generazione deve essere grata a Corrado Spinello, una vera e propria colonna della nostra comunità. Un grande esempio di onestà e passione per uno sport, il calcio, che ci ha fatto amare con la sua abnegazione e il suo impegno”. Nella storia calcistica di Pachino e Portopalo Corrado Spinello ha un posto alla voce “piedi buoni, visione di gioco e fiuto del gol”. Un calciatore dalla buona tecnica, nettamente superiore alla media locale, dotato di un’eccellente capacità in fase di regia e già capace di pensare come un tecnico. Un allenatore in campo, sempre pronto a dare i consigli giusti ai compagni di squadra.
Corrado Spinello è ricordato con grandissimo e sincero affetto anche a Portopalo. Antonio Giuliano ha la voce rotta dalla commozione. “È come se mi fosse morto un fratello. Corrado è stato il mio mister. Il migliore che abbia mai avuto. – dice Antonio Giuliano – Prendeva i ragazzi di Pachino e li portava con sè. Con lo sport li toglieva dalla strada. Un’icona della nostra generazione e della nostra comunità. Non finirò mai di ringraziarlo. Sono troppo addolorato. Che Dio l’abbia in gloria”. Tra i tanti ricordi di Giuliano uno risale ai primi anni 80, nella sfida del campionato di terza categoria tra Capo Passero e Cassibile. “Ero un under 16 e salii alla ribalta con una doppietta che evitò alla nostra squadra la sconfitta. Perdevamo 3-1 – ricorda Giuliano – e la partita sembrava per noi ormai segnata. Ad un quarto d’ora dalla fine, dopo un’azione manovrata, mi arrivò un lancio calibrato di Corrado. Un passaggio millimetrico. Fermai il pallone e lanciai un fendente che superò il portiere. Fu la rete che riaprì la partita”. A due minuti dal termine arrivò il pareggio. “Il primo che corse ad abbracciarmi fu mister Spinello. E potrei raccontare decine di altri aneddoti. Io lo ascoltavo sempre e traevo grande giovamento dai suoi consigli. Un maestro di calcio. Mi mancherà anche il suo sorriso di persona buona”. Alla fine del 2018, incontrammo Corrado Spinello alla cerimonia di apertura del campo sportivo di Portopalo. Fu l’occasione per ricordare i suoi campionati di terza categoria con la Capo Passero. “Ho bellissimi ricordi. – ci disse mister Spinello – C’era affiatamento e voglia di divertirci attraverso la passione per il pallone”. Nei suoi giocatori cercava soprattutto una qualità che con il tempo diventava sempre più merce rara: l’umiltà. La “cantera” locale è passata dalle sue mani in tempi in cui il calcio era l’unico svago dei bambini e dei ragazzi. Oggi, con social e altre mille diavolerie tecnologiche la sfera di cuoio trova tanti concorrenti. “E’ molto più difficile avviare un percorso di crescita calcistica oggi, basta un niente per far cambiare idea ai giovani”, ricordò in quella circostanza mister Spinello che sottolineò la buona tradizione con il settore giovanile a Pachino e Portopalo. Quegli anni e quelle stagioni calcistiche locali restano nei ricordi di chi li ha vissuti spesso con a fianco Corrado Spinello. Aveva ragione Albert Camus: “Tutto quello che ho capito della vita, l’ho appreso giocando a pallone”.
Un ricordo colmo di affetto arriva anche da Cristian Baglieri, ex giocatore professionista, con un passato anche al Napoli di Diego Maradona. “Quando arrivò la mia chiamata per Napoli era contentissimo e mi disse: ‘tranquillo ci prepariamo e ti do una mano molto volentieri nel nostro bel campo di Pachino’. Facevamo allenamenti fino a tarda sera. Una persona buona ed un grande conoscitore di calcio. L’ho sempre ringraziato per la disponibilità mostrata nei miei confronti. Uno dal sorriso positivo”. Quel sorriso mancherà. Eccome. Addio, mister Spinello, ti sia lieve la terra.
Sertac
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