Deliberati dal consiglio gli aumenti Imu, Tari e l’introduzione della Tasi, critiche dall’opposizione.
La maggioranza guidata dal primo cittadino Roberto Bruno ha deliberato in aula consiliare l’aumento delle aliquote Imu e Tari introducendo anche la Tasi. Bocciati gli emendamenti presentati dalla minoranza che aveva proposto il dimezzamento della Tasi, (dallo 0,10% allo 0,05%) ma anche la diminuzione dell’Imu sui fabbricati di categoria D (principalmente capannoni agricoli) dal 1,06% allo 0,86 per cento. Sette consiglieri comunali di opposizione (Lupo, Tuminello, Quartarone, Ristuccia, Runza, Agricola e Guarino) avevano proposto di diminuire la pressione fiscale presentando due emendamenti ma i consiglieri vicini al sindaco Bruno (assente il solo Buggea) hanno rigettato l’invito. Dunque salasso in arrivo per i cittadini pachinesi.
Promesse non mantenute. “Il sindaco Bruno aveva promesso in campagna elettorale di non aumentare le tasse evitando di mettere le mani nelle tasche dei cittadini ma così non è stato. L’aumento delle aliquote c’è stato e ora saranno i pachinesi a dovere pagare”. A parlare è Corrado Quartarone, (nella foto a sinistra) consigliere di opposizione eletto tra le fila della lista civica Piazza Pulita “E’ una presa in giro bella e buona – continua Quartarone – lo Stato elimina l’Imu sulla prima casa ma il comune introduce la Tasi. Cosa è cambiato dunque? Il sindaco Bruno ha fatto in aula un elenco di città dove è stata introdotta la Tasi – ha detto Quartarone – dimenticando però di citare Melilli e Priolo dove il balzello non è stato approvato. A riprova che era possibile eliminare questa ulteriore tassa che graverà sulle tasche dei cittadini”.
Chi dovrà pagare? In aula il sindaco Bruno ha detto che a pagare saranno i ceti benestanti proprietari di seconde case. “Ma quali benestanti! – spiega Quartarone – Le seconde case sono state costruite o acquistate con i sacrifici delle famiglie nel corso degli anni, le stesse famiglie che ora sono in evidente difficoltà economica e che non arrivano alla fine del mese. Quella dei benestanti – dice Quartarone – è una barzelletta saranno colpite dagli aumenti la gente comune quella che suda per campare e che, in molti casi, non riesce a sbarcare il lunario. Tra l’altro l’aumento dell’Imu sulla seconda casa non fa altro che bloccare ancor di più un mercato immobiliare che in città e già fermo da anni”.
Colpita anche l’agricoltura. “Gli aumenti Tari e Imu riguardano in maniera prevalente le attività commerciali e sopratutto la produttività agricola – continua il consigliere Quartarone – E’ così che il sindaco vuole aiutare il comparto? Non penso che i produttori, ma anche gli esercenti come bar, ristoranti, pizzerie, macellerie e gli studi professionali, avranno vantaggi dall’aumento delle imposte. Invece di aumentare le tasse era opportuno dimezzare le spese – dice ancora Quartarone -. Noi dell’opposizione abbiamo le nostre proposte ma il sindaco non ci ha consultato prima di prendere queste decisioni”.
Tagli agli sprechi. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale Giuseppe Lupo, (nella foto a sinistra) di Uniti per Pachino. “E’ evidente lo stato di sofferenza delle casse comunali -ha detto – ma vanno tagliati gli sprechi, e ce ne sono tanti al comune, invece di aumentare le tasse. Si vanno a colpire le persone che lavorano e che già le tasse le pagano. Bisogna individuare dei percorsi alternativi per rimpinguare le casse comunali. La strada degli aumenti è una via senza sbocco. Un Paese che si tassa nella speranza di diventare prospero, parafrasando Winston Churchill – conclude Lupo – è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico”.
Gli aumenti hanno una ragione politica. “L’aumento proposto dall’amministrazione riguarda il 2014, cioè è retroattivo, la rata del prestito fatta da Bonaiuto parte dal 2015 come affermato dal Sindaco Bruno all’atto del suo insediamento – spiega ‘ex candidato a sindaco Sebastiano Mandalà (nella foto) – L’attuale amministrazione in questi mesi ha speso sui dodicesimi di bilancio del 2013. Quindi non vedo alcuna ragione perché aumentare le aliquote quest’anno”.
“È dunque una scelta politica, non ragionieristica – affonda Mandalà – Le cosiddette seconde case (colpite eccessivamente) incidono in tanti nuclei familiari, che le hanno ricevute magari per lascito, e ora sono in difficoltà. Quindi non condivido la scelta dell amministrazione. Avrei preferito tagliare spese, magari qualche concerto in meno, ma non aumentare le tasse. Differenti mentalità. Ma storicamente la sinistra agisce in questo modo. Più tasse e maggiore spesa pubblica. Dalla sinistra al governo (pd e io cambio pachino) non potevamo aspettarci diversamente”.
Non ci sono commenti per adesso, vuoi scrivere un commento?
Scrivi un commento