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Noto. La Lipu boccia l’utilizzo dei falchi per allontanare i colombi dalla città

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Noto. La Lipu boccia l’utilizzo dei falchi per allontanare i colombi dalla città
25 gennaio
13:01 2016

Noto – La Lipu ha bocciato l’iniziativa del comune di Noto di utilizzare i falchi per allontanare i colombi dal centro abitato. Aveva suscitato interesse l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Noto che aveva affidato per ventimila euro circa il servizio di bird control ad una scuola di falconeria catanese. L’obiettivo è quello di allontanare i colombi che vivono nel centro storico della città ed imbrattano con il guano i palazzi e le chiese, attrattiva turistica di caratura mondiale.

A bocciare il progetto la lega italiana protezione uccelli che ha sollevato dubbi sull’efficacia dell’intervento: <<In natura, predatore e preda, convivono sempre negli stessi ambienti ed è altamente improbabile – ha detto Federico Militello della Lipu – che il sorvolo di un rapace possa far allontanare tutti piccioni presenti in quel luogo. Il falco pellegrino, specie molto abile nel predare altri uccelli, ha colonizzato 21 città italiane. A Torino nidifica sulla mole Antonelliana, a Firenze sul duomo, a Roma nei palazzi dell’università, e di certo i piccioni non sono spariti dai rispettivi centri storici>>. In effetti anche l’Enac, ente nazionale per l’aviazione civile, ha deciso di non utilizzare il sistema di bird control negli aeroporti perché presenta forti limiti poiché il falco può cacciare soltanto per poche ore al giorno, non può essere utilizzato di notte e nelle giornate con vento e pioggia.

La Lipu ha prodotto un documento tecnico-scientifico, aggiornato di recente, che affronta la problematica sotto molti punti di vista, ecologico, normativo, di convivenza, proponendo delle soluzioni che possono consentire a piccioni ed essere umani di convivere pacificamente. La Lipu ha sollevato anche dei dubbi sul tipo di autorizzazioni di cui dispone il comune di Noto vista che la falconeria è equiparata ad una pratica venatoria che non può essere praticata in città.

<<Viene spontaneo chiedersi – afferma Federico Militello – se era necessario investire circa ventimila euro su un’operazione di dubbia riuscita. Costi che, inevitabilmente, andranno a ricadere sulla cittadinanza netina. I rapaci, poi, sono animali dall’indole fiera e ridurli sul pugno di un falconiere, snatura il loro comportamento selvatico. Non possiamo dimenticare che, una parte della falconeria, oggi, presenta larghe zone d’ombra collegate al commercio e ai prelievi illegali in natura. Inoltre, da un punto di vista normativo, la falconeria è equiparata a una pratica venatoria e non si può esercitare in città, nei mesi in cui la caccia è chiusa e su specie non cacciabili come il colombo di città. Pertanto, vorremmo conoscere che tipo di autorizzazioni possiede il comune di Noto, per aver potuto stipulare questo accordo con la Scuola internazionale di falconeria>>.

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