Noto – Anni di estorsioni e poi la richiesta di 50mila euro, è quanto subito da un imprenditore che si è ribellato e rivolto alle forze dell’ordine per far arrestare coloro che lo vessavano. In manette sono finiti Angelo Monaco, di 59 anni, e suo genero Paolo Mirmina Spatalucente, 34 anni, entrambi accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Angelo Monaco, già agli arresti per reati di mafia e scarcerato lo scorso mese di luglio, è stato in passato considerato affiliato al clan “Pinnintula” dei Trigilia.
La vicenda inizia nel 2008 quando l’imprenditore di Belpasso, in provincia di Catania, si aggiudica un appalto a Noto e collabora con la ditta di Monaco e di suo genero, soci in affari. Il 59enne netino viene arrestato per associazione mafiosa e l’imprenditore belpassese deve revocare il subappalto alla ditta netina. Dalla revoca in poi, Paolo Mirmina Spatalucente pare abbia continuato a chiede denaro, ben oltre gli importi dovuti dall’imprenditore catanese. Lo scorso mese la scarcerazione di Angelo Monaco e le richieste sono diventate più onerose e pressanti, condite da minacce di ritorsioni in caso di diniego.
Disperato l’imprenditore ha chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine e i carabinieri di Paternò sono intervenuti mentre Angelo Monaco e il genero si facevano consegnare cinque assegni da 10mila euro ciascuno. I due netini sono stati arrestati e condotti presso il carcere di Bicocca.
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