Noto – Consiglio comunale di grande interesse in cui sono stati trattati argomenti andando oltre l’ordine del giorno. Una seduta di consiglio comunale dove a farla da padrone doveva essere l’ennesimo “no” alle trivellazioni e invece tra disquisizioni sulla rappresentanza, l’opportunità di partiti estremamente diversi di stare all’interno della stessa maggioranza e perfino le unioni civili, si è andato ben oltre.
Ad avviare la seduta il giuramento di Massimo Scatà, nuovo consigliere comunale, che da “controllore”, in qualità di presidente del collegio dei revisore dei conti, diventa “controllato” ovvero consigliere comunale. <<Ringrazio la mia lista, Mpa, i miei elettori, il collegio dei revisori di cui ho fatto parte, ed entro in consiglio comunale ricordando proprio che il collegio dei revisori è l’organo-consulente del consiglio comunale, spero di riuscire ad agevolare il compito fra queste due istituzioni. Mi dichiaro indipendente ed autonomista>>. Poi sollecitato dal consigliere Tiralongo sulle notizie di stampa: <<Ho letto un grande errore nella carta stampata, che io avessi potuto vendere i miei voti per essere riconfermato quale revisore dei conti, non avrei mai potuto farlo. Con Paolo Tringali, che mi segue in lista tra i più votati, non ho nessun problema, è un amico e continuerà ad esserlo>>.
Battibecco tra il consigliere Giovanni Ferrero, vicino alle posizioni di Forza Nuova (anche se non ha aderito ufficialmente al partito di estrema destra), e il capogruppo del Pd Corrado Frasca, sulla possibile coesistenza di movimenti così diversi tra loro.
Dopo l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti e di un debito fuori bilancio, si arriva al punto sull’art. 38 del decreto denominato “Sblocca Italia” su cui si gioca la partita delle trivellazioni nel mar di Sicilia. Il presidente Corrado Figura ha dato lettura del documento dell’Anci contro il decreto del governo Renzi e il primo ad intervenire è stato il sindaco Corrado Bonfanti, che ha informato il consiglio di aver preso parte ad un incontro ad Augusta col ministro Martina e sull’opportunità di votare il documento dell’Anci in quanto il territorio ha scelto un altro tipo di sviluppo, diverso da quello previsto dalle trivellazioni con possibili rischi per l’ambiente, la strada è quella delle energie alternativa e di uno sviluppo basato sul turismo e la bellezza di luoghi come il Val di Noto. Il consigliere Veneziano di Noto Nostra ha detto che a suo avviso si tratta di un atto simbolico, come il registro delle unioni civili che non ha visto alcun iscritto a sei mesi dall’istituzione. Veneziano ha deciso di non partecipare al voto.
L’assessore Raudino è intervenuta a sostegno del voto per bloccare l’articolo del decreto che da il via libera alle trivellazioni e ha riferito di un incontro a cui ha partecipato a Licata in rappresentanza della città. Ma ad incalzare l’assessore è stato il consigliere Bosco che ha disquisito sui concetti di rappresentanza e di rappresentatività di coloro che ricoprono ruoli istituzionali: <<Forse c’è un concetto sbagliato di rappresentanza – ha detto Bosco – i cittadini eleggono i consiglieri comunali e il sindaco, tramite il consenso. A loro volta i consiglieri eleggono il loro presidente, un secondo grado. Il sindaco nomina la sua squadra, gli assessori, a cui delega alcune rubriche. Alcuni assessori hanno avuto riscontri positivi alle elezioni, altri rappresentano interi partiti, e chi invece no e quindi non rappresenta niente>>. Chiari i riferimenti di Bosco al fatto che Terranova era designato assessore già nel corso delle elezioni, Sammito è stato eletto consigliere mentre Ferlisi rappresenta il suo partito. Anche Bosco non partecipa al voto non vedendo come il voto in consiglio possa bloccare un decreto su cui verrà posta la fiducia in Parlamento. Interventi pro voto per Campisi, Ferrero, Tiralongo e Valvo. In aula rimangono in undici (Figura, Campisi, Tiralongo, Frasca, Valvo, Tropiano, Crescimone, Ferrero, Burgaretta, Tardonato e Pennavaria), all’unanimità dei presenti si vota il documento dell’Anci contro l’art. 38 del decreto “Sblocca Italia”.
L’ultimo punto ha riguardato l’Aspecon, con la relazione del commissario straordinario che ha riferito sulle prospettive future e l’opportunità di nominare un consiglio di amministrazione dell’ente che gestisce il servizio idrico dopo il fallimento di Sai 8.
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