Un euro e trenta centesimi al giorno per andare a scuola: A.A.A. cercasi diritto (sacrosanto) allo studio. E si perché a venire meno in questa triste vicenda, che si ripete annualmente e puntualmente da qualche tempo a questa parte, è proprio il diritto allo studio, questo ‘sconosciuto’ almeno da parte delle istituzioni. E giustamente i ragazzi scioperano, diritto riconosciuto dalla Costituzione Italiana all’art. 40.
Insomma c’è chi predica bene e razzola male, c’è allo stesso tempo chi razzola malissimo evitando pure di predicare. Quante sono state le manifestazioni dedicate alla ‘cultura’ da parte di questa amministrazione? Ma la cultura tuttavia passa anche per il rispetto degli alunni del Paolo Calleri che ormai da qualche tempo a questa parte lottano per avere riconosciuto un sacrosanto diritto: quello di raggiungere la scuola senza patemi d’animo.
L’istituto scolastico in questione infatti, per chi non lo sapesse, si trova poco fuori dal circondario cittadino, ad un paio di chilometri dalla città, e precisamente sulla strada che collega il centro con la frazione marinara di Marzamemi. E’ triste vedere giornalmente studenti, per meglio dire ragazzini di 15, 16 anni, avviarsi a piedi lungo la via, tra l’altro abbastanza trafficata e pericolosa per i pedoni, senza banchine, per raggiungere la scuola e ritornare a casa. Gli studenti hanno più volte chiesto un pulmino. Al comune, alla provincia un po a tutti insomma. E non da ora. Prima ci pensava direttamente l’istituto scolastico ora non è più possibile. Ma a questi giovani lo si vuole garantire, il pulmino, e dunque il diritto allo studio così tanto bistrattato o no? I ragazzi hanno interpellato amministrazione e sindaco, entro la scorsa settimana il pulmino doveva essere attivo ma ad oggi ancora nessuna risposta certa.
Tra le proposte ci sarebbe anche quella, senza certezza tra l’altro di essere realizzata, di far pagare agli studenti un biglietto di 1,30 euro a corsa per un totale di poco meno di 30 euro al mese ad utente. Molti degli studenti che chiedono il servizio, così come confermato da alcuni loro rappresentanti, hanno pure gravi deficit economici in famiglia. A loro dovrebbero essere riservate le maggiori attenzioni da parte delle istituzioni, in uno stato sociale che si rispetti sono i più ‘veloci’ a conformarsi al passo del più ‘lento, non di certo il contrario.
Facendo quattro conti ai circa 50 ragazzi si chiede di contribuire per poco più di 1500 euro al mese: meno del costo che il comune, in circa trenta giorni, sostiene per un esperto di fresca nomina! Insomma, fatte le dovute scremature, 1700 euro lordi al mese per l’esperto si trovano e ai ragazzi del Calleri si chiede un contributo sui biglietti per il trasporto di 1,30 euro ciascuno a corsa? C’è qualcosa che non quadra in tutta questa storia. Al di là delle chiacchiere tuttavia i ragazzi rimangono tutt’oggi senza pulmino e costretti a scioperare.
Turi Moncada
mail: moncada.salvatore@gmail.com
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