“Mettete in sicurezza quel molo”: lancia il suo appello Michele Campanella a circa 10 giorni dal brutto incidente che lo ha visto suo malgrado coinvolto e dopo oltre 8 giorni di degenza in ospedale.
E’ finto sotto i ferri Michele Campanella a causa della rovinosa caduta dalla diga retrostante piazza regina Margherita, nella borgata marinara di Marzamemi. Il brutto episodio è accaduto l’ultimo giovedì di agosto, il 28 per la precisione, ma per l’uomo fino ad oggi non sarebbero stati adottati provvedimenti adeguati tali da scongiurare altri incidenti. Non basta una transenna removibile insomma. “Si aspetta forse che ci scappi il morto?”: sono state le parole di Campanella ai quali i medici hanno dovuto ridurre la brutta frattura allo zigomo sinistro.
Michele Campanella, (nella foto a sinistra) come lui stesso racconta, stava passeggiando lungo la diga, quel giovedì sera, assieme ad una amica quando all’improvviso si è visto mancare letteralmente il terreno sotto i piedi. Una parte del molo, infatti, probabilmente a causa delle violente mareggiate è crollato. Ma chi passeggia su quel tratto di diga potrebbe non rendersene conto vista la scarsa illuminazione della zona. “Mi è mancato il terreno sotto i piedi. Sono caduto da un’altezza considerevole sbattendo violentemente il volto sugli scogli -ha detto il 40enne – ho perso subito coscienza”. Ha riportato la frattura dello zigomo, escoriazioni ed estesi ematomi su tutto il corpo dovuti al violento impatto con gli scogli. Trasportato d’urgenza la notte stessa di giovedì all’Umberto I di Siracusa, per chiudere le profonde ferite gli sono stati applicati una trentina di punti di sutura: sulla tempia, su parte del volto e sotto l’occhio sinistro. “Ma anche all’interno della cavità orale – racconta Michele Campanella – i medici infatti hanno dovuto operare dall’interno della bocca per sistemare e ridurre la frattura allo zigomo”.
Insomma Michele Campanella sa perfettamente che nella sfortuna di quella sera è stato anche fortunato. “Non so quali saranno le complicanze in futuro – ha detto – al momento penso solo a guarire velocemente, ma ho coscienza che poteva finire peggio”. La diga incriminata si trova alle spalle di piazza Regina Margherita. La zona, prima poco frequentata, oggi è più trafficata visto che alcuni ristoranti ed esercizi commerciali hanno sistemato tavolini e sedie proprio lì, a qualche decina di metri da quel molo, di fronte al mare. Terminata la cena è bello e rilassante passeggiare su quel molo che tuttavia nasconde l’insidia. ” Il mio appello è tanto semplice quanto perentorio – ha spiegato Michele Canmpanella – sistemare subito quel tratto di molo o quanto meno metterlo in sicurezza o chiuderlo, è pericoloso, non auguro a nessuno quanto ho vissuto sulla mia pelle”.
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