Macron, la doppia morale del francesino: fa affari con Al Sisi ma lancia l’ultimatum a Maduro e tenta lo sgambetto all’Italia.
DI TURI MONCADA. Accordi commerciali per svariate centinaia di milioni di euro (che potrebbero arrivare ad un miliardo secondo Le Monde) ed un legame sempre più stretto con l’Egitto del generale Al Sisi. La Francia, chiude tutti e due gli occhi dinnanzi alla lesione dei diritti umani da parte del governo egiziano, guarda a se stessa ed alla propria ricchezza. La visita di questi giorni di Macron al Cairo evidenzia la doppia morale dei francesi. Da un lato l’avvertimento a Nicolas Maduro ad indire nuove elezioni in Venezuela, dall’altro la stretta di mano con il generale Al Sisi.
Tutto accade intanto che l’Italia continua ad arrovellarsi su questioni etiche (del tutto fondate per carità) ma che indeboliscono la politica estera. Le energie della politica italiana sono concentrate interamente sul dibattito interno, sulla questione migranti, sul processo al Ministro leghista Matteo Salvini e se sarà più il nord o il sud a beneficiare del reddito di cittadinanza. Insomma si fa solo tanta caciara. Qualcuno fa però fatica a comprendere che il Mondo gira nel senso opposto: gli americani, senza tanti giri di parole, tentano di mettere le mani sul petrolio venezuelano con un golpe mal celato ed i francesi chiudono legami commerciali sempre più stretti con il Cairo ed il suo regime. Questa è la verità.
La doppia morale di ‘monsieur le président’, Macron farebbe rabbrividire anche il ‘Principe’ di Machiavelli. Ma il presidente francese sembra aver fatto del machiavellico motto, ‘il fine giustifica i mezzi’, il suo cavallo di battaglia. In effetti la Francia ha sempre pensato alle cose di casa sua senza cincischiare facendosi scrupoli di coscienza. Pecunia non olet dicevano i romani, i soldi non puzzano e da qualunque parte arrivino fanno sempre la felicità di chi se ne riempie le tasche. E questo i francesi lo sanno bene.
Le repressioni degli oppositori da parte di Al Sisi sembrano non toccare più di tanto il buon animo del presidente francese, concentrato più sui ricavi della Francia e delle sue aziende che su altro. Nel 2011 però l’ex presidente Nicolas Sarkozy inviò i bombardieri ad attaccare il regime di Gheddafi reo di reprimere in maniera violenta le rivolte e di sterminare il suo popolo. Da allora ad oggi non penso che la situazione libica sia migliorata, tutto al contrario. Lo ‘scacco matto’ era diretto proprio all’Italia, costretta a fornire le basi ai cacciabombardieri, nonostante avesse uno strettissimo rapporto di partenariato commerciale energetico con la Libia di Gheddafi. I francesi, come emerso da alcune inchieste americane e dai file di wikileaks, puntavano alle concessioni estrattive di Eni per accaparrarsi il petrolio italiano.
Insomma i francesi non si fanno scrupoli: ieri bombardavano la Libia di Gheddafi ritenuto un sanguinoso dittatore che violava i diritti umani puntando in realtà al petrolio italiano di Eni, oggi invece chiudono accordi commerciali e forniscono armi al regime di Al Sisi accusato esplicitamente da Amnesty International di reprimere in maniera violenta le manifestazioni, utilizzare armi da fuoco contro la folla, incarcerare giornalisti e blogger e ridurre al silenzio i media oppositori. Quelle stesse armi da fuoco fornite in gran parte proprio dalla Francia nonostante un preciso blocco da parte dell’Unione Europea. Monsieur le président Macron si permette pure il lusso di rilasciare patenti di eticità agli altri, come nel caso delle accuse rivolte al governo italiano o dell’ultimatum lanciato al Venezuela di Maduro.
E se le mire dei francesi fossero altre e ancora una volta ai danni degli interessi italiani? E se l’obbiettivo dei francesi fosse quello di stringere legami con l’Egitto del generale Al Sisi, nel tentativo di soffiare di nuovo all’Eni le licenze di estrazione del gas? Qualche mese fa, come riportato dai giornali italiani ed esteri, l’Eni avrebbe scoperto, Noor, il più grande giacimento di gas dell’area mediterranea. Un giacimento che potrebbe cambiare completamente l’asset strategico di approvvigionamento energetico mondiale. Facendo leva sull’amicizia con l’Egitto, rinsaldata dall’attuale visita di Macron al Cairo, i francesi non è detto che non tentino nuovamente la spallata all’Italia come in Libia. Anzi è più che ipotizzabile.
Ma il problema dell’Italia non è la Francia, questo sia ben chiaro. Il problema serio dell’Italia è l’Italia stessa. Nel mondo, i francesi, come del resto anche gli americani, guardano agli affaracci loro con l’obbiettivo di accrescere la ricchezza e la potenza della propria Nazione. Da un lato la Francia e gli interessi in Egitto senza tanto star a sentire le questioni sui diritti umani, dall’altro l’America che tenta un colpo di Stato per mettere le mani sul petrolio venezuelano. Non parliamo poi di Russia, Cina o Giappone e della loro volontà di imporre le proprie decisioni.
L’Italia invece cincischia sempre arroccandosi sulla moralità di scelte che negli altri Paesi sarebbero ritenute al contrario del tutto normali ed anzi auspicabili. Le energie italiote sono invece concentrate più sulla caciara tra partiti politici che su altro. L’Italia non ha una visione internazionale degna di questo nome. Il dibattito sui migranti ormai è diventato una farsa sia dall’una che dall’altra parte. Uno show mediatico nel patetico tentativo di ottenere consensi elettorali. Ma il Mondo gira veloce e nel senso opposto, questo qualcuno nel nostro Paese non l’ha ancora capito bene. A differenza di Monsieur le Président Macron.
TURI MONCADA
(Fonti: Le Monde, Le Parisienne, Le Figaro, Il Fatto Quotidiano, Wikipedia, Huffinghton Post, Liberation, Amnesty International)
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