Quasi tre ore di live acustico, accompagnato da Saretto Bella, con tutti i più grandi successi dei cantautori italiani.
Metti una sera di metà agosto con un cielo bellissimo, una temperatura ideale, nella bella location de “La Corte del Sole” (elegante struttura ricettiva a metà strada tra Pachino e Noto) e con due musicisti di grande talento ed esperienza: Ugo Mazzei e Saretto Bella. Il risultato è un concerto d’autore che per 2 ore e 45 minuti ha innescato emozioni a catena, attivando quel moltiplicatore di ricordi capace di creare l’alchimia giusta, come un sogno di una notte di mezza estate.
Due pianoforti, l’instancabile Ugo Mazzei che si alterna anche alla chitarra interpretando tutti i brani in repertorio con grandissima padronanza: pezzi noti (in larga parte) e qualche chicca ripescata da uno scrigno di gioielli d’autore. Un lungo viaggio cominciato da un evergreen firmato Battisti/Mogol (E penso a te) e conclusosi con “Questo piccolo grande amore” di Baglioni, con il pubblico a cantare a squarciagola. In mezzo tutto il meglio della canzone d’autore a partire da Paolo Conte e la sua “Bartali”, una splendida versione de “La canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De Andrè e “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo.
Il pubblico si scioglie subito, applaudendo in continuazione. Nel repertorio non mancano Ron (Non abbiam bisogno di parole), Francesco De Gregori (Rimmel), Lucio Dalla (Anna e Marco), Antonello Venditti (Notte prima degli esami), Riccardo Cocciante (Per un amico in più), Mango (Mediterraneo) e Fabio Concato (Ti ricordo ancora). “Napule è” di Pino Daniele anticipa “Quannu chiove”, brano finito quasi per caso nell’album “Nero a metà”. Il momento dedicato a Ivano Fossati (Oh che sarà) diventa anche un omaggio a Francisco “Chico” Buarque de Hollanda .
Mazzei è anche ottimo affabulatore e fine narratore, capace di presentare magistralmente ogni brano, creando il giusto clima di ascolto e muovendosi con altissima competenza e sensibilità cantautorale. Il viaggio comprende anche “L’emozione non ha voce”, brano firmato Mogol/Gianni Bella e portato al successo venti anni fa da Celentano. Saretto Bella sorride compiaciuto e soddisfatto.
Nell’arena colma di pubblico ormai cantano tutti. La richiesta del bis è inevitabile: tre quarti d’ora senza prendere fiato, con canzoni a raffica fino all’epilogo tutto baglioniano che comprende anche una versione molto convincente di “Mille giorni di te e di me”. A ridosso delle tre ore di concerto si chiude con un lungo applauso finale che sfiora i due minuti. Chapeau !
Sertac
Non ci sono commenti per adesso, vuoi scrivere un commento?
Scrivi un commento