Parla l’ex sindaco di Portopalo che ripercorre dieci anni (1999-2009) di politica locale e non solo.
E’ stato sindaco di Portopalo dal giugno ’99 al giugno 2009. Fernando Cammisuli, 68 anni, docente universitario nella Facoltà di Medicina dell’Ateneo di Catania, cattedra di chirurgia oncologica, ha amministrato il comune portopalese per un decennio, passato alla storia amministrativa locale come “il periodo felice”, non esente da passaggi a vuoto (“Nessuno è perfetto”, esordisce Cammisuli, abbozzando un sorriso). Anni contrassegnati da una spinta propulsiva e da una capacità di programmazione, reperimento fondi e completamento dei progetti che pose l’ente municipale di via Lucio Tasca all’avanguardia in ambito provinciale e regionale.
Gazzetta del Mediterraneo ha incontrato in questi giorni estivi Cammisuli, ripercorrendo alcuni aspetti del suo decennio amministrativo. “Spesso si corre il rischio di edulcorare il passato, – afferma l’ex primo cittadino portopalese – ma non è questo il caso. Quello che è stato fatto quando sono stato sindaco è storia, lo dicono atti amministrativi che non possono essere smentiti. Ci sono attestazioni di altri enti, dalla Regione all’ex Provincia di Siracusa, con cui abbiamo avuto rapporti istituzionali continui e virtuosi, per portare avanti in modo fruttuoso progetti amministrativi e tematiche sociali che ci hanno visto in primissima linea, spesso a fare da traino in un distretto dove Portopalo era il comune più piccolo”.
Cammisuli prende come riferimento alcuni punti nevralgici per il territorio, partendo dall’agricoltura. “La questione Igp del pomodoro di Pachino, ad esempio, che si produce in larga parte a Portopalo. Ricordo agli smemorati che, prima del riconoscimento da parte del ministero, fui promotore di un passaggio televisivo su Rai Uno, all’interno del programma Uno Mattina che vedeva tra gli autori un mio carissimo amico, Romano Ciriaci. Andammo in studio insieme con l’allora presidente dell’Associazione di tutela dei prodotti tipici, poi divenuto sindaco di Pachino, Sebastiano Barone. Doveva essere presente come contraltare il ministro in carica Pecoraro Scanio che poi preferì non intervenire, facendosi rappresentare da un funzionario ministeriale. Venni intervistato da Monica Maggioni, oggi presidente della Rai ed in quegli anni giornalista di punta del servizio pubblico. Una visibilità straordinaria per il nostro territorio nella rete ammiraglia dell’informazione Rai. Fu quello un passaggio che diede alla questione dell’Igp una grande spinta e, più avanti, quando al Ministero arrivò Gianni Alemanno, il dialogo per arrivare al riconoscimento dell’Igp provvisorio fu raggiunto grazie ai buoni rapporti politici che mi legavano all’allora ministro, appartenente al mio stesso partito, Alleanza Nazionale. Peccato che i vertici attuali del Consorzio Igp, a partire dal presidente Fortunato, sembrano aver perso la memoria di quegli anni. La storia però resta sempre storia e nessuno la potrà cambiare”.
Altro punto nodale, che interessa il territorio compreso tra Noto e Portopalo di Capo Passero, è la costituzione del Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale. “Il Cumo venne costituito negli anni del mio mandato di sindaco. La bozza dello statuto la scrissi insieme al segretario generale del comune portopalese, il dottor Antonello Fortuna, funzionario dalla grandissima preparazione a livello amministrativo e dalla solida impostazione culturale. Nella nascita del Cumo, che oggi è una realtà vitale nel Sudest, Portopalo ebbe pertanto un ruolo di spicco, riconoscendo a Noto quello di indubbio capofila culturale. Tra le battaglie che mi intestai fu quella di ottenere che le tasse universitarie pagate dagli studenti restassero sotto la gestione del Consorzio”.
Veniamo alle questioni prettamente portopalesi.
“I dieci anni della mia sindacatura sono stati un viaggio molto impegnativo, cominciato con la richiesta di alcuni giovani di Portopalo, poco più che trentenni, che individuarono in me l’elemento giusto per rinnovare la politica locale, stagnante da tempo. Mettemmo in piedi una coalizione dall’età media molto bassa che vinse le elezioni del giugno ‘99, riconfermandoci nel 2004. Una coalizione che si muoveva con concordia di obiettivi e strategie che venivano prima discusse e poi messe in atto. Abbiamo rilanciato settori nevralgici dell’economia locale. Dell’agricoltura abbiamo già parlato ma non dimentichiamoci la pesca dove eravamo i numeri uno grazie alla presenza del mio vicesindaco, Michele Taccone, che in questo settore ne sa più di ministri, assessori regionali e funzionari di Palermo e Roma messi assieme. Ricordo quel che disse una volta l’allora presidente della Provincia di Siracusa, Bruno Marziano, prima di un convegno sulla pesca che doveva svolgersi nell’aula consiliare del comune di Portopalo: “Se andate a parlare di pesca a Portopalo, disse Marziano, andateci informati perché Taccone è uno preparatissimo e vi annienta”.
Con Taccone, il suo è stato un sodalizio amministrativo solidissimo.
“Con Michele mi univa e mi lega tuttoggi un’amicizia straordinaria che va oltre le contingenze del momento. Io sapevo di avere in lui un ottima spalla destra a livello amministrativo. Anzi, dirò di più: io ero la mente e lui il braccio operativo, lavoratore instancabile ed amministratore di straordinaria umiltà e spirito di servizio. Lui sapeva di avere con me una continua copertura politica ed istituzionale. Ero tranquillo perché, non vivendo a Portopalo, sapevo di avere un vicesindaco che mi supportava splendidamente”.
La vostra amministrazione è stata a costo zero per le casse comunali.
“Abbiamo amministrato senza percepire indennità di carica, una situazione resistita a Portopalo fino al dicembre 2013, facendo risparmiare alle casse comunali circa un milione di euro in totale. Una situazione modificata dall’attuale sindaco dopo le elezioni del maggio 2014. Da tre anni le indennità di carica pesano nel bilancio municipale per circa 100 mila euro annui. La politica come servizio verso la comunità, io, Michele e tutti i nostri alleati l’abbiamo messa in atto fino a quando siamo rimasti in carica. Chi faceva parte della mia squadra, oltretutto, aveva un’occupazione ed una posizione definita a livello professionale, caratteristica fondamentale per avviare un progetto di buon governo del territorio”.
In quegli anni, venne messo in moto a Portopalo uno sviluppo socio-culturale d’ampio respiro.
“Portai a Portopalo servizi sanitari specialistici mai avuti prima in loco. Erano i primi anni del duemila. Andavamo spesso a Palermo per cercare di individuare i bandi giusti per ottenere finanziamenti. Dal governo regionale ottenemmo quello per il parco archeologico, dal ministero ai beni culturali, grazie agli ottimi rapporti con Nicola Bono, riuscimmo a completare il cine-teatro. Agli scettici ad oltranza mostrai il provvedimento che mi aveva inviato Bono. Vennero finanziati e messi in atto gli interventi contro l’erosione costiera, alcuni dei quali si stanno completando in questi anni. E non tralascerei il lungo iter del porto turistico, partito nei primi anni duemila. L’espletamento del lunghissimo iter amministrativo, conclusosi nel 2012 con la deliberazione del consiglio comunale, fu completato da noi. Abbiamo anche lasciato al Comune un finanziamento di oltre 3 milioni di euro per il miglioramento dell’area peschereccia del nuovo porto. Anche questo è agli atti e quindi a prova di smentita. Da un punto di vista culturale, ricordo il Cortopalo Film Fest, rassegna di cortometraggi di grande classe e valenza artistica, impreziosita da attori e registi di respiro internazionale”.
E l’attualità politico-amministrativa di Portopalo, caratterizzata dal sindaco Giuseppe Mirarchi?
“No comment. I risultati negativi sono lampanti e sotto gli occhi di tutti”.
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