“Ma perché gli investigatori vaticani non provano a individuare le vittime di Wesolowski contenute nelle «oltre 100 mila file a sfondo sessuale, ai quali si aggiungono più di 45 mila immagini cancellate» foto tratte dal suo archivio? E’ materiale importantissimo, di vitale importante per aiutare le vittime che hanno subito abusi, non solo dall’ex nunzio ma anche da altri probabili soggetti”. Queste le parole di don Fortunato Di Noto che commenta il caso dell’ex nunzio a Santo Domingo, Josef Wesolowski, fatto arrestare da Papa Francesco a seguito delle pesanti accuse di pedofilia a suo carico. “Non si deve archiviare o distruggere il materiale trovato: possiamo, anzi dobbiamo provare a identificare almeno una delle vittime che sono in quelle foto. Chi salva una vita salva il mondo intero, e in quanto associazione cattolica che dal 2008 collabora con la Polizia Postale italiana, ha una esperienza nel campo unica nel suo genere da più di 20 anni. Voglio sottolineare che siamo qua per operare anche a livello internazionale. Questo materiale presumo proverrà da tutto il mondo: perché non passarlo in stretta collaborazione anche all’Interpol, dare il via ad un’operazione seria per la individuazione delle vittime? Il lavoro è immane, ma possibile” continua don Di Noto.
Non ci sono commenti per adesso, vuoi scrivere un commento?
Scrivi un commento