Calcio, nel campionato estivo di Portopalo, in una partita scese in campo anche il Baggio del Sud. Correva l’anno 1987.
C’era una volta il campionato locale estivo di Portopalo, borgo marinaro della provincia di Siracusa, all’estremo lembo sudorientale della Sicilia. Un torneo che visse la sua età dell’oro tra la metà degli anni 70 e la decade successiva. Alcune edizioni videro anche la partecipazione di giocatori di classe e talento. Nel 1987 a calcare la terra del terreno di gioco portopalese arrivò anche Nino Barraco, il “Baggio del Sud”, giocatore di grande classe e talento, per tanti anni in attività e considerato uno dei migliori calciatori siciliani di sempre. Barraco giocò solo una partita, dispendando spunti di grande eleganza, dribbling e lanci sottolineati dagli applausi del pubblico che si era sistemato ai bordi del campo.
I ricordi di cuoio risaltano il rispetto dei giocatori locali che si approciavano con cura nei contrasti verso l’illustre avversario. Ad ogni controllo di palla era come vedere accendersi la luce. Barraco giocò l’intero incontro, vinto 2-0 dalla sua squadra. In entrambe le azioni da gol nitido fu il contributo dell’ospite di classe. Nino Barraco, con sei campionati, due promozioni ed una B sfiorata, tante giocate ed il record di gol, è stato giustamente definito “funambolo del pallone” che ha fatto innamorare tutta la Sicilia. Classe 1964, gli annali sono pieni delle sue giocate e delle sue reti. Detiene il record assoluto di marcature con la maglia del Trapani: 81. A 32 anni fece il suo esordio in B con il Palermo di Arcoleo, segnando alla prima giornata contro il Brescia.
Nella sua carriera ha vinto 9 campionati: Acireale (serie D 1988-89), Trapani (Cnd 1992-93, serie C-2 1993-94), Marsala (serie C-2 1997-98, Eccellenza 2000-01, Promozione 2008-09, Eccellenza 2009-10), Modica (serie D 2004-05) e Borgata Terrenove (Prima categoria 2013-14). Ha indossato anche la maglia rossazzurra del Catania. Barraco ha raccolto meno rispetto alla grandezza del suo talento, conquistando però un posto indelebile nella storia del calcio siciliano. Amava il futbol “pane e mortadella”, lo spuntino che mangiavano nello spogliatoio grazie ad un magazziniere del Trapani. In campo si muoveva con assoluta libertà, durante la settimana Arcoleo lo risparmiava in qualche allenamento. Come si fa con il cristallo la cui fragilità non è una debolezza ma una raffinatezza. L’unico rammarico? Non aver potuto documentare quella partita con una foto o riprese video. Ma nelle memorie calcistiche portopalesi la fugace presenza di Barraco non è andata perduta.
Sergio Taccone
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