Sicilia, il prossimo 20 novembre si vota per eleggere i presidenti dei Liberi Consorzi siciliani. A votare ed essere eletti saranno sindaci e consiglieri comunali: vi presentiamo la democrazia 2.0 quella che fa a meno dei cittadini. Ma non date la colpa ai politici!
Sicilia, il prossimo 20 novembre si terranno le votazioni per eleggere i presidenti dei Liberi Consorzi siciliani. Almeno così sembra dalle carte rintracciate online. Il condizionale è d’obbligo perché mentre prima le elezioni erano pubbliche, con tanto di candidati a rompere i maroni fino a casa a cercarti il voto, ora sembrano diventate roba per pochi, un po’ come accadeva quando c’era il censo. Alla faccia di chi pensava che le province erano state abolite. E alla faccia dei benpensanti, ebeti, strilloni e ‘mucca lapuna’ che hanno contribuito a creare una corrente di pensiero perbenista secondo la quale tutte le istituzioni per le quali i cittadini sono chiamati a votare e scegliere i propri rappresentanti siano dei ‘carrozzoni’ da abolire perché costano troppo. Non ultimo il Senato. La rovina dell’Italia sono gli ebeti benpensanti, strilloni e ‘mucca lapuna’. Quelli che non perdono una puntata di talent’s show o serie televisive da imbecilli certificati. Siamo guidati da capre ignoranti, che si formano una convinzione politica, sociale, economica, su ‘faisbuc’ confrontandosi con altri imbecilli certificati amanti di deleteri talent’s show o serie televisive. Purtroppo sono la maggioranza, e in un paese di idioti ad avere la meglio è chi grida più forte, e così viene fuori la ‘purpetta’ delle provincie rifilata ai cittadini mentre un’altra è già in forno: quella del Senato.
Sicilia, si vota per i presidenti dei Liberi Consorzi ma nessuno sa nulla. Ecco perché.
Via le provincie in Sicilia. Vero è, ma solo per quanto riguarda il nome che da Provincia è stato modificato in ‘Libero Consorzio’. Sono rimasti invece strutture, uffici, bilanci e stipendi, insomma tutto come prima. Fino ad ora sono stati gestiti da commissari nominati, un po’ come accadeva durante il fascismo con i podestà. Ora si passa alle elezioni. Ma chi potrà votare? E, sopratutto, chi potrà essere eletto? Non certo i cittadini (parlo di quelli intelligenti), che hanno subito una martellata sui maroni per colpa di tanti arroganti creduloni che hanno finito la voce nel chiedere l’abolizione delle province. Le province rimangono anche se si chiamo oggi Liberi Consorsi con una ‘piccola’ modifica: a votare ed essere eletti saranno Sindaci e consiglieri comunali. Eletti già una prima volta nei comuni, ora si voteranno e si eleggeranno una seconda volta tra di loro. Sarà un sindaco ad essere eletto presidente della provincia, con i consiglieri comunali che si voteranno tra di loro, per comporre i consigli provinciali. Ecco la nuova democrazia, quella delle elezioni di secondo livello, la democrazia 2.0 quella che fa a meno dei cittadini-elettori! Ma non date la colpa ai politici: a volere tutto questo sono stati i cittadini la cui corrente di pensiero del risparmio a tutti i costi sulla pelle della democrazia è stata guidata dalle urla e dagli strilli allo spreco di ebeti benpensanti. Probabilmente neanche i mucca-lapuna che hanno gridato all’abolizione delle provincie lo sapevano. Sono loro che stanno rovinando l’Italia: uno stormo di ignoranti con il cervello bruciato da Grandi Fratelli, Piccole Sorelle, Talent’s show, Segreti e serie televisive da rincoglioniti.
Sicilia, Province come il Senato
Insomma l’unica cosa a cambiare è, come con la riforma sul Senato, la scheda elettorale che viene scippata dalle mani degli elettori. Per il resto tutto rimarrà come prima con la variante che sarà una ristretta oligarchia a nominarsi e votarsi all’interno di se stessa. E questo per colpa di un insieme di idioti che crede di salvare l’Italia (o la Sicilia) risparmiando 50 milioni di euro eliminando (per finta) il Senato quando il Governo Nazionale stanzia in bilancio 13 miliardi di euro per l’acquisto di inutili cacciabombardieri F35 solo per fare piacere agli Usa. Bisogna essere autolesionisti e imbecilli per accettare una corrente di pensiero per la quale è giusto e auspicabile il risparmio ai danni della democrazia, che grida al risparmio, pari ad una percentuale del Pil grande come un micron, e si priva dell’unica arma in mano al cittadino: il voto! A questo punto per scegliere il Presidente del Consiglio dei Ministri tiriamo i dadi, è molto più semplice e meno dispendioso! Non è fantascienza: è accaduto per le province, si rischia il bis con il Senato. Il Sì ed il cambiamento a tutti i costi anche quando è contro se stessi, insomma la certificazione di essere proprio idioti… Il problema che l’Italia, di idioti, ne è piena!
TURI MONCADA
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