Gazzetta del Mediterraneo

Operazione “Principe” a Brescia, 14 persone arrestate tra cui un commercialista netino

Operazione “Principe” a Brescia, 14 persone arrestate tra cui un commercialista netino
13 ottobre
17:20 2014

Noto – I carabinieri e la guardia di finanza di Brescia hanno condotto l’operazione “Principe” con 14 arresti, tra cui quello di un commercialista di origini netine, Maurizio Musso.

Le forze dell’ordine hanno eseguito in tutta la Lombardia ordinanze di custodia cautelare in carcere, numerose perquisizioni e sequestri nei confronti di persone, per la maggior parte di origine calabrese, ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, truffa, usura, estorsione, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto abusivo di armi.

L’inchiesta è frutto di due attività distinte di carabinieri e guardia di finanza, avviate a fine 2012 separatamente e poi confluite ad aprile 2013 in occasione di due misteriosi colpi di pistola esplosi nella vetrina di una pizzeria bresciana. Gli accertamenti hanno messo in evidenza il ruolo di spicco del commercialista di origini netine Maurizio Musso, 47 anni, un ex dipendente dell’agenzia delle entrate, conosciuto nell’ambiente come ‘Il Dottore’, che coordinava le operazioni finanziariamente più complicate. Insieme a lui a capo dell’organizzazione Antonio Luppino, 46enne di Taurianova (Rc) residente a Erbusco (Bs) e del cognato Vladimiro Tiraboschi, 47enne residente a Roccafranca (Bs). I tre sarebbero i registi di un’organizzazione in contatto con ambienti mafiosi dedita alla gestione di una galassia di aziende edili intestate a prestanome. Epicentro dei movimenti illeciti la Bam System, azienda che gestiva decine e decine di piccole aziende intestate a prestanome, che in cambio della loro compiacenza venivano pagati anche 2500 euro al mese. Società che duravano al massimo qualche anno, prima di fallire, lontano dai controlli del Fisco.

Evadendo sistematicamente le tasse e truffando l’Inps e lo Statocon il meccanismo dei crediti inesistenti e delle false compensazioni dei contributi previdenziali, gli amministratori di fatto avrebbero fatto fortuna. A riprova, un tenore di vita da nababbi, con case in Costa Azzurra, suv, diamanti, contanti e vizi da milionari. Per gli inquirenti il gruppo disponeva di una liquidità costante che poi investiva praticando strozzinaggio con tassi del 20% mensile ai danni degli imprenditori del settore, nei cui confronti non venivano risparmiate azioni violente, in alternativa costituivano società immobiliari.

Il gruppo aveva la disponibilità di numerose armi da fuoco, utilizzate per la riscossione violenta dei crediti maturati nei confronti degli imprenditori usurati, grazie al sistematico ricorso a minacce e vari atti intimidatori come danneggiamenti ed esplosioni notturne di colpi di arma da fuoco all’indirizzo di uffici o esercizi pubblici.
Gli altri arrestati nell’operazione “Principe” sono: Tony Zucca di Erbusco; Roberto Polese, di Martinengo (Bergamo); Michlenagelo Rodi, di casa a Rovato così come Paolo Tripodi, soprannominato “Mangiafuoco”. Già in carcere per altri reati Giuseppe “Bucio” Zappia, residente a Nuvolera; Rocco Zerbonia, di Cazzago San Martino. Ai domiciliari sono finiti: Umberto Bianchi, di Roma; Maurizio Grazioli, residente a Padenghe, Antonio Saba di Treviglio, Maurizio Scattini, di Sarnico; Donald Sulo, albanese di Almenno San Bartolomeo (Bergamo) e Salvatore Tripodi, residente a Rovato.
Gli indagati sono complessivamente 33, tra questi anche la ex-direttrice di un Ufficio Postale un dipendente della filiale di Veneto banca di via Triumplina, entrambi accusati di non avere attivato le indagini antiriciclaggio, ed un militare della Guardia di Finanza in servizio al centro operativo della Direzione investigativa antimafia della Dia di Milano, accusato di avere fatto sapere a due degli indagati dell’esistenza di un’indagine a loro carico.

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